Nuova legge sulla Cyber Security approvata in Cina: la mossa di un governo paternalistico che guarda minaccioso alle potenze estere

Agli inizi di novembre il Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo, massima autorità legislativa cinese, ha approvato un nuovo complesso di norme relativo alla cyber security.

Le misure fanno parte di un ampio programma del presidente Xi Jinping volto al controllo di Internet in Cina, la novità è un chiaro passo contro la presenza estera nel paese rosso: consentirà al Governo di Pechino un accesso, senza precedenti, ai sistemi di rete e alle tecnologie delle aziende estere le cui attività possano ledere la sicurezza nazionale.

Il web è ormai un campo di enorme rilievo in qualsiasi nazione digitalizzata, le leggi relative alla sfera dell’online avranno sicuramente un impatto sempre più intenso sull’intero equilibrio nazionale; questo discorso acquista particolare importanza se rivolto allo stato cinese.

Stiamo infatti parlando del più grande mercato mondiale per il mobile payment – circa 400 milioni di persone effettuano la maggior parte dei propri pagamenti tramite smartphone – lo shopping digitale e i servizi finanziari informatizzati.

Il giro complessivo di affari del settore IT ha un valore di mercato di oltre 300 milioni di dollari e si stima che oltre 700 milioni di cittadini abbiano accesso a Internet.

Cerchiamo dunque di capire meglio di cosa si tratta.

Gli obiettivi principali delle nuove norme sembrano essere il raggiungimento di una totale sovranità sul cyberspazio da parte del governo, l’intensificazione della sicurezza nazionale – a scapito delle aziende estere operanti in Cina – e la salvaguardia dei diritti online dei cittadini cinesi.

Da giugno del prossimo anno, quando la legge sarà operativa, saranno vietate tutte le attività online che rappresentano “tentativi di rovesciare il sistema socialista, dividere la nazione, minare l’unità nazionale, sostenere terrorismo ed estremismo”.

Saranno messi al bando qualsiasi attività o comportamento web che possa incitare all’odio etnico, lo stesso destino aspetta i contenuti discriminatori, violenti e osceni.

La novità avrà sicuramente un forte impatto sulla sfera sociale cinese, non solo, a sollevarsi sono anche questioni che potremmo definire “etiche”.

Limitare e controllare al livello governativo l’attività web è un passo che prima o poi sarà probabilmente necessario ovunque, arriverà per tutti i governi il momento di tracciare una linea netta tra i comportamenti online discutibili ma protetti dalla libertà d’espressione e quelli invece punibili dalla legge.

Ebbene, cosa includere nel primo e cosa nel secondo insieme?

La Cina ha fatto la sua scelta con una decisione che non ci sorprende e che avrà sicuramente molte conseguenze.

Lo sappiamo: spesso gli intenti dichiarati e scritti nero su bianco non sono i soli sperati né i più importanti, il timore generale avvertito dalle aziende estere è infatti che la cybersecurity sia solo una scusa per favorire – ancora di più – l’economia locale.

I sistemi informatici e le tecnologie ad oggi utilizzate per memorizzare e trasmettere dati anche fuori dai confini cinesi potrebbero venire bocciati dal nuovo sistema perché considerati troppo deboli e non in grado di garantire sufficiente protezione.

La mossa di un governo paternalistico che vuole proteggere la privacy dei propri cittadini o un metodo pulito per favorire i sistemi cinesi a scapito di quelli esteri?

Le multinazionali dovranno rivalutare il rapporto rischio-opportunità del fare affari in Cina – indiscrezioni vogliono Zuckerberg impegnato nel ragionare per Facebook proprio su questi temi.

La scelta è radicale, per le società internazionali non c’è un modo semplice di procedere: o accettano le regole, sapendo che la Cina avrà modo di accedere a sfere prima private, o scelgono la via della privacy a rischio di essere tagliate fuori dal mercato cinese.

La modernità è indubbiamente piegata all’economia, più che all’etica, e probabilmente della maggior parte delle aziende sceglieranno di piegarsi alla pretese cinesi: il mercato in ballo è troppo grande e guarda a un futuro di enorme crescita, al contrario di Europa e Stati Uniti.

Cosa accadrà? Solo il tempo saprà rispondere e, come sempre, sceglierà quali congetture rendere reali.

Stay tuned!

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