NoName057 (16), tutti i bersagli italiani degli attacchi DDoS rivendicati dal gruppo filo-russo

NoName057 (16), tutti i bersagli italiani degli attacchi DDoS rivendicati dal gruppo filo-russo

Dopo le contestate dichiarazioni della Russia sul Presidente italiano Mattarella, le reazioni non si sono fatte attendere neanche sul fronte digitale: negli ultimi giorni molte agenzie ed enti pubblici nazionali sono stati colpiti da attacchi informatici, rivendicati dal cyber group filo-russo NoName057 (16).

Attacchi informatici filo-russi all’Italia: origini e conseguenze

Il casus belli risalirebbe allo scorso 5 febbraio, quando il Presidente della Repubblica, in un discorso pubblico presso l’Università di Marsiglia, aveva paragonato l’offensiva di Mosca in Ucraina alle “guerre di conquista” condotte dal Terzo Reich nell’Europa del secolo scorso.

Per tutta risposta, alcuni giorni dopo, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha dichiarato che un simile paragone “non potrà rimanere senza conseguenze”.

A tali affermazioni, definite “inopportune e fuori luogo” dai rappresentanti del governo italiano, ha fatto seguito una serie di attacchi DDoS che il 17 febbraio ha iniziato a prendere di mira numerosi obiettivi di alto profilo istituzionale in Italia.

Finora, tra le realtà colpite spiccano:

  • i Ministeri dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e dei Trasporti;
  • i corpi armati dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dell’Aeronautica Militare;
  • gli aeroporti di Malpensa e Linate, i porti di Trieste e Taranto e l’agenzia Italia Energia Aerospaziale;
  • alcune società che erogano servizi idrici o di trasporto pubblico locale, nonché l’Automobile club italiano (ACI);
  • gli istituti finanziari Intesa Sanpaolo, Nexi e Mediobanca;
  • diverse industrie del comparto bellico.

Motivate dagli attaccanti con la presunta “russofobia” del Capo di Stato italiano, le operazioni di NoName057 si sono limitate – come di consueto – a bloccare per qualche tempo l’accesso ai siti delle realtà colpite, senza conseguenze sulla sicurezza dei dati o delle infrastrutture.

NoName057 (16), dall’hacktivismo alla guerra ibrida

Il gruppo NoName057 (16) si è fatto conoscere nel 2022, poco dopo l’inizio dell’offensiva russa in Ucraina.

Da allora si è attribuito numerosi DDoS lanciati contro siti governativi e istituzionali ucraini, statunitensi ed europei: l’Italia è stata presa di mira a partire dal 2023, con una serie di attacchi rivolti a Ministeri e altri obiettivi minori, inclusa l’Agenzia dei Trasporti romana ATAC.

Nel Manifesto pubblicato al tempo sul canale Telegram, si ricordavano “ai nemici” le parole dell’eroe nazionale russo Alexander Nevsky: “Whoever comes to us with a sword will perish by the sword!”

Al netto dei riferimenti bellici, nell’attuale fase sembra che i threat actor come NoName057 attribuiscano grande importanza alla comunicazione e operino in modo più coordinato che in passato, sebbene solitamente i membri si collochino in diversi Paesi (pochi mesi fa alcuni esponenti del gruppo sarebbero stati arrestati in Spagna).

Le attività di NoName057 (16), analogamente a quelle del gruppo Killnet, rientrano pertanto a pieno titolo nella terza era dell’hacktivismo, dove si osserva la trasformazione di un movimento originariamente decentralizzato – e tendenzialmente antigovernativo – in fenomeno organizzato e strategico.

Usando il “defacciamento” dei siti istituzionali di uno Stato a fini prevalentemente dimostrativi, l’organizzazione si colloca in un panorama di minacce sempre più ibride e diffuse: in questo scenario, è evidente come non basti implementare misure di sicurezza informatica per proteggere le infrastrutture digitali nazionali dal rischio di attacchi costanti e imprevedibili.

Le attività del gruppo NoName057 (16) e di altri simili attaccanti mostrano infatti una dimensione decisamente più politica che tecnologica, chiamando in causa – al fianco della cybersecurity – tutte le armi della diplomazia.

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