Lloyd’s, probabile attacco informatico al colosso dell’insurance

In queste ore Lloyd’s of London sta investigando su un possibile attacco informatico ai propri sistemi. Secondo quanto dichiarato da un portavoce la compagnia avrebbe rilevato delle “attività insolite” sulle sue reti, tanto da decidere in via precauzionale di resettarle limitando il traffico verso l’esterno (ora ripristinato) e di informare i clienti circa i possibili rischi.

Quest’anno l’azienda aveva già catalizzato l’attenzione della stampa internazionale, insieme a non poche polemiche, per il sostegno alle sanzioni economiche verso la Russia; nonché per la scelta, anch’essa presumibilmente legata al conflitto in Ucraina, di escludere le coperture di cyber insurance rispetto agli attacchi di provenienza nation-state con decorrenza dalla fine di marzo 2023. In buona sostanza, a partire da tale data Lloyd’s e i suoi partner non rimborseranno più i clienti per danni legati ad attacchi informatici riconducibili ad attori statali, ritenendo tali eventualità paragonabili ad “atti di guerra” ed estranee, perciò, ai normali profili di “rischio sistemico” inclusi nella copertura assicurativa da loro offerta.

Attivo sin dal XVII secolo e da allora indiscusso leader in ogni settore del mondo assicurativo – non escluso quello digitale – con un giro d’affari superiore al miliardo di sterline l’anno, il colosso inglese porta l’attenzione al rischio scritta nel proprio DNA: non a caso il motto aziendale recita “Sharing risk to create a braver world”, mentre la prima cyber policy interna risale al lontano 1999.

Un approccio che tuttavia, evidentemente, non basta a prevenire l’esposizione a minacce informatiche sempre più elaborate e pervasive.

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