DPCM – Nuovo programma nazionale in materia di Cybersecurity
Il seguente documento articolo in dettaglio il nuovo DPCM firmato dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in materia di cybersecurity nazionale, un provvedimento di fondamentale importanza nell’attuale panorama di crescenti minacce informatiche.
Il decreto rappresenta una pietra miliare nella ridefinizione dell’architettura di sicurezza cibernetica italiana, introducendo significative innovazioni strutturali e procedurali attraverso il potenziamento del DIS (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza) e l’introduzione strategica del NSC (Nucleo Sicurezza Cibernetica). Questa riorganizzazione risponde all’esigenza di fronteggiare con maggiore efficacia le sofisticate minacce informatiche che sempre più frequentemente colpiscono le infrastrutture critiche del paese, dai sistemi governativi alle reti di telecomunicazione, dal settore finanziario a quello sanitario.
Il documento esplora le implicazioni di questo DPCM nel contesto della strategia nazionale di sicurezza, evidenziando il ruolo centrale che il Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica (CISR) riveste nella definizione delle politiche di difesa cibernetica e nell’implementazione di un sistema di protezione integrato che coinvolge istituzioni pubbliche, settore privato e mondo accademico.
DPCM Sicurezza Cibernetica: Gentiloni firma il nuovo programma nazionale di Cybersecurity
Gentiloni firma il DPCM (decreto del presidente del consiglio dei ministri) definendo così il nuovo programma nazionale in materia di Cyber Security, con l’intenzione di elevare il livello di sicurezza in relazione alle crescenti minacce cibernetiche.
Il CISR, Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica che ha come membri il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro degli Affari Esteri, il Ministro dell’Interno, il Ministro della Difesa, il Ministro della Giustizia, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, il Ministro dello Sviluppo Economico ridisegna l’architettura nazionale inaugurando la nuova strategica in ambito della sicurezza cibernetica con l’obiettivo di incrementare la sicurezza informatica del paese e le strategia di difesa.
Il decreto attribuisce più poteri al DIS (Dipartimento delle informazioni per la Sicurezza) ed inserendo al suo interno il NSC (Nucleo Sicurezza Cibernetica) si pone l’obiettivo di realizzare una risposta coordinata di intelligence efficace contro le cyber minacce.
Ruolo del DIS nella protezione delle infrastrutture critiche secondo il DPCM
Sarà il direttore generale del DIS a definire le linee di azione che dovranno portare ad assicurare i necessari livelli di sicurezza dei sistemi e delle reti di interesse strategico, sia pubblici che privati, verificandone ed eliminandone le vulnerabilità grazie al coinvolgimento del mondo accademico e della ricerca e in collaborazione con le imprese di settore.
Fondamentale è la collaborazione tra DIS ed infrastrutture critiche nel creare una visione unica di sicurezza e protezione degli apparati della pubblica amministrazione centrale e locale, delle reti a supporto del Governo e dei cittadini, della Sanità, delle Telecomunicazioni, Banche e Servizi Finanziari, Trasporti e tutte le infrastrutture chiave nel sistema economico-finanziario e sociale di uno stato che vuole tutelare le proprie risorse.
Era stato Matteo Renzi ad iniziare l’ammodernamento della struttura anti-cyber con Marco Minniti ma le polemiche sulla nomina di Marco Carrai oscurarono e rallentarono il lavoro dando spazio a moltissime discussioni e facendo slittare la nomina di Carrai a capo della cyber sicurezza.
Il DIS è l’organismo di coordinamento dei servizi segreti (Aisi, interno, Aise, esterno) e sia il DIS che l’Aise (l’agenzia informazioni e sicurezza esterna) vedranno la nomina di un nuovo vicedirettore. L’Aisi di Mario Parente ha già il suo reparto cyber, mentre quello diretto da Alberto Manenti dovrà nominare il proprio vicedirettore creando una delega sulla cybersecurity ad hoc.