Lorenzo Schiavina – Intervista al Cyber Crime Conference 2018
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Lorenzo Schiavina
Professore di Ricerca Operativa all’Università Cattolica
E’ difficile capire cosa sia l’Intelligenza di per sé, ancora più difficile capire cosa sia l’Intelligenza Artificiale. L’elaboratore è un grande strumento perché riesce a riprodurre il modo in cui l’essere umano pone dei problemi; offre il grande vantaggio di risolvere calcoli tecnici complessi – come ad esempio le integrali – in un tempo irrisorio. In quest’ottica l’I.A. rappresenta l’evoluzione della ricerca operativa. Proprio grazie a questa l’Inghilterra è riuscita a prevalere sulla Germania; con tali mezzi, infatti, i problemi vengono affrontati tramite dei modelli matematici in grado di offrire immediatamente dei vantaggi misurabili.
I cyber criminali sono delle persone che hanno delle intelligenze eccezionali, magari hanno iniziato per sfida, per vedere se riuscivano a fare delle cose fino a quel momento inimmaginabili; poi hanno capito che tramite le loro innate capacità potevano ottenere dei vantaggi. Davvero pensiamo che Facebook non tragga beneficio dal servizio che mette a disposizione degli utenti?
Zuckerberg non è certo un criminale, è solamente un imprenditore che trae vantaggio da ciò che è riuscito a creare; è semplicemente uno che ha saputo sfruttare le sue capacità..
Le App sono molto importanti – si pensi ad esempio a quelle mediche – e possono essere molto utili, ma per realizzarne di buone e funzionati c’è bisogno di persone esperte che conoscano a fondo il proprio settore di competenza.
Domande:
- Professore, lei è stato tra i primi in Italia a occuparsi di ciò che va oggi sotto il nome di Intelligenza Artificiale. Quanto ha visto evolversi queste tecnologie nel corso della sua carriera – e quali considera le potenzialità più stimolanti delle sue applicazioni odierne e future?
- Il moltiplicarsi di oggetti connessi, unitamente all’ormai immensa mole di dati immagazzinati su piattaforme web, comporta un aumento esponenziale delle superfici d’attacco. Crede che, insieme ai rischi, gli “anticorpi” stiano aumentando di pari passo o che al contrario i cyber-criminali contemporanei vantino un know how tecnologico superiore a quello di chi deve combatterli?
- Oggi lei parteciperà con lo speech “Applicazioni dell’IA e del Soft Computing alla sicurezza ed alla lotta al terrorismo”: ci regala una anteprima dei punti salienti?